“Il mio viaggio dal Monte Bianco all’Etna per #meanpas”
di Romuald Desandrè
Quando viaggio da solo ho modo di riflettere e di vedere diversamente le cose che mi circondano. Ed ieri non poteva effettivamente essere diverso. Un viaggio da Aosta a Messina, dal Monte Bianco all’Etna.
Decollando da Torino alla sera mi son potuto godere le luci della pianura che circonda la città sabauda, tante piccole luci, mosaici bianchi arancioni su una tela scura, con contorno di alpi rese visibili da "tanticchia" di luna.
Per forza vedi le cose diversamente dai mila e mila metri di quota, ogni lucina corrisponde ad un centro abitato, un centro abitato corrisponde una nugolo di vite vissute diversamente a modo loro. Visto da laggiù è sempre tutto piatto, scontato e quotidiano, quasi non percepisce le cose che possono essere positive o negative. Dall’alto è tutta un’altra cosa.
Forse è proprio per questo che mi sono ritrovato sul volo Torino-Catania, in viaggio verso la Conferenza Organizzativa di Anpas Sicilia, vedere le cose do un occhio diverso e, insieme ad amici conosciuti e da conoscere, costruire e progettare il lavoro di comunicazione per i prossimi anni.
E’ la prima volta che vengo in Sicilia e la cosa che mi colpisce subito, sorvolando l’Etna, è vedere che ci sono molte meno luci, meno inquinamento luminoso. Una volta a terra è disarmante la percentuale di stelle che si riesce a vedere, una cosa simile a nord me la scordo.
Poi il viaggio in macchina con Giuseppe da Catania a Messina, un viaggio tra amici appena conosciuti ma con tante cose in comune. Era come se in realtà ci si conoscesse da tempo.
Poi che dire del giro fuori programma nel centro di Messina alla ricerca dei cornetti freschi? Se non fosse stato che il rientro è stato alle 03.30 direi perfetto! Purtroppo quando si ritrovano degli amici è difficile "arricamparsi" presto.
Ora sono le 15.30, l’atrio dell’albergo è invaso dall’arancio delle divise, a breve partirà la prima sessione di lavori in plenaria della Conferenza Organizzativa di Anpas Sicilia e la voglia di mettersi al lavoro è veramente palpabile nell’aria.
(N.D.R. – Ehmmm, Romuald quando ci racconti il tuo ritorno?)