I volontari chiedono alle istituzioni “Maggiore dialogo per rispondere ai nuovi bisogni”
È cominciato con un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in Sardegna l’incontro regionale del Centro di Servizio per il Volontariato Etneo, in corso fino a domani a Enna, cui partecipano circa 160 volontari in rappresentanza di 130 associazioni delle province di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa.
“Dopo la crisi, il volontariato che verrà” il tema del confronto, approfondito stamattina nella tavola rotonda, moderata dalla giornalista Danila Guarasci, che ha messo di fronte istituzioni e associazioni sul tema del nuovo welfare in Sicilia. Ad aprire i lavori, segno del drammatico impoverimento di fasce sempre più ampie di popolazione, la toccante testimonianza dei coniugi Castorina-Favara, rimasti improvvisamente entrambi senza lavoro e senza alcuna fonte di reddito, cui i volontari hanno offerto l’aiuto necessario. «In una regione che manca di una strategia politica su come affrontare e uscire dalla crisi, è proprio il volontariato che col tempo si è autodeterminato in un sentire comune, traendo forza proprio dall’associazionismo», ha osservato Santo Carnazzo, presidente del Vol.Si., federazione dei coordinamenti di volontariato siciliano.
I comuni hanno margini di manovra limitati, come ha spiegato Luca Cannata, primo cittadino di Avola e vicepresidente dell’Anci Sicilia, alle prese con le scarse risorse anche nella realizzazione delle politiche sociali: «Ma un sostegno può provenire dalle reti di collegamento tra associazioni di volontariato e tra queste e le istituzioni», ha detto il sindaco. «Dimentichiamo il Pil e concentriamoci piuttosto sul miglioramento delle condizioni di vita», ha esortato Francesca Danese, vicepresidente di CsvNet, secondo la quale il ruolo dei volontari dev’essere quello «di rompere le scatole, di saper osare». Si tratta, in sostanza, di ottenere una maggiore inclusione delle reti di volontariato nella governance locale: secondo Maurizio Caserta, docente del Dipartimento di economia dell’Università di Catania e componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Sicilia, «con una pubblica amministrazione che ha visto restringere progressivamente risorse e funzioni, sia dal punto vista economico che finanziario», il volontariato può essere quel «meccanismo di attivazione delle risorse, come una sorta di ‘nuova finanza’, capace di innescare un circolo virtuoso indirizzato al benessere comune».
Cominciato venerdì con il momento riservato ai giovani, il convegno del Csve si è concluso con la presentazione delle proposte emerse dai workshop tematici, avviati nel pomeriggio, sulle politiche per la salute, per la famiglia, per la disabilità, legalità e trasparenza, protezione civile.