Anpas Sicilia

Comunicazione“E poi…nasce la Pubblica Assistenza di Saponara”

“E poi…nasce la Pubblica Assistenza di Saponara”

E poi pensi che a te non potrà mai succedere.
Un cielo grigio, una brezza tiepida davano inizio ad una giornata come le altre.
Poi, nel pomeriggio una pioggia improvvisa, scrosciante cadeva senza sosta, e qualcosa cominciava a cambiare.
In poche ore la situazione precipita.
Dall’alto il paese sembra inghiottito dal grigiore della pioggia, l’acqua in una corsa inarrestabile preme sugli argini dei torrenti, i pendii delle colline sembrano sciogliersi, i muri crollano.
E poi quell’acqua che scorreva veloce anche per le strada, cambia colore, diventa marrone.
E qualcuno capisce, qualcuno ricorda ed è ormai chiara la tragedia: è un’alluvione.
Dalle grida d’allarme al silenzio di una tragedia, solo il rumore dell’acqua abita.
Poi smette di piovere ma tutto resta immobile, fermo come sospeso.
Poi, il buio.
E con la notte si contano i dispersi, ci sono vite che non si trovano, l’ansia si contrappone alla disperazione.
Il mattino dopo, un sole beffardo scalda il disastro, brilla sulle carcasse delle auto accartocciate, e sembra voler far vedere quanto prepotente ed ostile possa essere la natura, cosi sfrontata ed orgogliosa.
Quel sole però non riesce a confortare quanti sono scesi per strada, con il fango alla vita, cercano di capire.
Gli sguardi ancora spaventati, si perdono, ed i pensieri sono vuoti.
Il nostro piccolo paese travolto dalla catastrofe.
Ma la nostra gente passa dallo sconforto all’azione, mai come in questi momenti tutti si attivano per aiutare gli altri, il vicino di casa, il parente o l’amico, tutti indistintamente hanno gli stivali verdi senza quelli non si può girare per il paese.
E poi pensi come si fa tutto da soli, ma soli non eravamo.
E poi arriva l’esercito, i carabinieri, la forestale, la croce rossa, la misericordia.
Ti accorgi che chiunque vuole aiutarti.
E poi arrivano i ragazzi da tutta la Sicilia, e anche dalla Toscana, con la tuta arancione e sul braccio una scritta Anpas.
Ma che cosa significherà mai Anpas.
Mariella che viene chiamata a far parte del COC, ma che cosa sarà mai questo COC?
E poi ti ritrovi a stare sull’ambulanza 12 ore al giorno senza pensare chi ti aspetta a casa, pensando solo che è necessario esserci in quel momento.
E poi ti ritrovi accanto persone fantastiche in tuta arancione, che non dimenticherai mai per tutta la vita, perchè ti sono stati accanto quando hai dovuto sostenere la mamma del piccolo Luca, morto all’età di 10 anni senza una ragione.
E poi passano i mesi, gli anni e ti accorgi che il ricordo di quei momenti è vivo dentro di te.
E poi pensi: perché essere cittadini attivi solo nei momenti catastrofici? Devi e vuoi dare senso a quello che è stato, pensando che puoi essere tu per gli altri quello che in quei momenti gli altri sono stati per te.
E quindi cerchi di fare gruppo e condividere con i giovani questa idea dare senso e significato a ciò che è successo alla nostra piccola comunità.
Riunisci le ragazze che hanno fatto esperienza di servizio civile, che hanno capito il significato di darsi agli altri, i ragazzi della parrocchia che sanno cosa significa dare senza aspettarsi nulla in cambio, i ragazzi della consulta giovanile che si impegnano per cambiare la politica del proprio paese e ragazzi che semplicemente c’erano in quei momenti e hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia.
E tutto questo comincia a prendere forma.

Quando i ragazzi ti circondano sono lì, pronti, a metterci la faccia, a spendersi in prima persona.

ANGELA: e poi “un fascio di luce accecatore pone in risalto il rudere di una chiesa divenuta emblema della distruzione, come a delineare la linea sottile tra la vita e la morte.
E poi, un silenzio assordante, ovatta l’uomo, imponendogli il rispetto verso quei corpi imprigionati nella melma.
E poi, l’ odore pungente ed acre della morte e della disperazione ti sveglia all’ improvviso e l’unico pensiero é: AGIRE".

PIERO: e poi “pensi che la pioggia scrosciante non voglia smettere di distruggere quel paese che ti ha generato e tanto ami. E’ sabato, primo pomeriggio. Hai passato la mattina a spalare del fango e sei seduto a tavola a pranzare con la tua famiglia. Si discute dei danni e del nuovo aspetto del monte che qualche giorno prima ti ha tradito. Da fuori odi un clacson suonare come a richiamarti. Ti affacci al balcone e vedi tutti i mezzi dell’Anpas in fila che stanno per tornare alle proprie case. D’istinto e con molta gratitudine parte un applauso da tutti i cittadini nei balconi, a ringraziare coloro che son venuti da lontano per darti conforto. Per tutta la via vulnerata dall’alluvione, i cittadini affacciati ai balconi per applaudire gli angeli arancioni. E loro, in fila sui mezzi, ad applaudire la nostra forza, a dimostrarci il proprio affetto. Suonano i clacson per salutarci. Una mano sul cuore di un volontario è come una mano sul nostro cuore ferito”.

ROBERTA: e poi “decidi di condividere le sensazioni vissute in quei lunghi giorni con alcuni giovani del paese che hanno apprezzato e ammirato l’aiuto dei volontari Anpas, arrivati anche da paesi colpiti in prima persona precedentemente da catastrofi naturali, giovani che pur credendo che Saponara non ce l’avrebbe mai fatta a rialzarsi hanno tirato fuori la grinta e con grande forza di volontà hanno fatto nel loro piccolo qualcosa per far rinascere il paese, e da questo loro senso di unione, di speranza, di aiuto collettivo è nata questa associazione, che affonda le sue radici in un’esperienza tragicamente vissuta ma che vuole essere il punto di partenza per poter essere oggi anche noi quei volontari Anpas che tendono la mano e fanno gruppo nei momenti in cui il grido d’aiuto si fa forte ma anche nei momenti ricreativi”.

MARZIA e poi "ti ritrovi li in mezzo a tutto quel fango e credi che non ce l’avresti mai fatta, che Saponara non sarebbe più riuscita ad alzarsi dopo tutto quello che era accaduto, ma dentro di te nasce una gran grinta ed una forza di volontà che supera tutto e li capisce che l’unione fa la forza. E grazie a quella forza oggi siamo volontari Anpas e Saponara ha ripreso il colore di prima”.

NANCY: e poi “malgrado le ferite del paesaggio, le ferite delle nostre anime, le immagini terribili che sempre scorreranno davanti ai nostri occhi, la voglia di ricominciare è stata più forte di tutto questo! Pian piano sono state riprese le redini delle nostre vite, del nostro paese che, stringendo i denti, è riuscito a risollevarsi. Adesso noi non vogliamo più essere gente passiva ma vogliamo darci da fare!"

ENZA: e poi “Sii come le onde del mare, che pur infrangendosi contro gli scogli hanno la forza di RICOMINCIARE ..Saponara”. 

 

 

MARIELLA L.: e poi “niente è più uguale da quel maledetto giorno, perchè tutto è rimasto immutato. La sicurezza non esiste più, la vita prosegue ma non come un tempo, adesso si sta sempre in allerta, gli stati d’animo sono rimasti uguali a quel giorno, ma nonostante tutto: noi non ci arrendiamo: vogliamo rialzarci!”

PIETRO: e poi “la grande solidarietà che ci è arrivata da tutta Italia le persone venute a Saponara per festeggiare la Befana con i bambini colpiti da questo dramma, portando dei regali a ciascuno di loro, e la felicità nei loro occhi non si può dimenticare”.

 

SALVATORE: e poi “ricordi quella strana emozione di quei giorni in cui si andava alla ricerca della “pala" che gelosamente veniva custodita per evitare che qualcun altro te la portasse via”.

MIMMA: e poi “cerchi di recuperare tutto ciò che si può, pensando che tramite il ricordo di quegli oggetti puoi ritornare alla normalità, ma non è così: qualcosa dentro di te cambia…..”

TIZIANA: e poi “capisci che non è un semplice incubo, sta accadendo davvero. La forza della natura, quella Madre Terra che tanto affascina, a volte diventa cattiva, impetuosa, incontenibile, e non sai cosa fare, resti immobile. Ti ritrovi catapultato in un paese sommerso dal fango, tieni in mano attrezzi e fai più che puoi, la forza delle tue braccia, lo sguardo di gente impaurita, che diventa una forza unica, lavorano insieme, si aiutano, per lo stesso obiettivo: RINASCERE, RIVIVERE.
E poi… e poi riesci a rivivere davvero… A COLORI, Saponara ha voglia di colore, nasciamo per questo, uniti, volenterosi e grintosi… proprio come quel 22 Novembre”.

FABIO: e poi… “scegliamo un fiore per rappresentare la nostra nuova avventura, la "saponaria", pianta-simbolo del nostro paese. Noi ci siamo incarnati nella parte più nascosta, nelle radici e nella terra, certi che dai nostri piccoli gesti, dalle nostre mani, possono nascere grandi frutti. " 

 

Far nascere a Saponara una Pubblica Assistenza ANPAS…
E cominci a capire cosa significa fare gruppo nel gruppo più grande, cercare di essere cittadini attivi con il sostegno dell’appartenenza e la condivisione degli stessi obiettivi.
Conosci ragazzi che ogni giorno lavorano per portare avanti questi obiettivi e promuovere il volontariato.
Che vorrà mai dire essere volontari Anpas lo vogliamo scoprire strada facendo…
E decidi che si può fare insieme, sarà difficile ma si può fare, e il nostro motto da oggi in poi sarà: VOLERE E’ POTERE SEMPRE perche’ INSIEME SI PUO’.

 

L’ANPAS è un’organizzazione di volontariato senza fini di lucro diffusa su tutto il territorio italiano. Attualmente, ad essa aderiscono 880 pubbliche assistenze e 282 sezioni. A livello europeo Anpas fa parte della rete SAMI – Samaritan International.

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