Verso la Conferenza de L’Aquila. Volterrani: “che il volontariato crei alleanze”
(Da VolontariatOggi)
Il volontariato toscano ha concluso il percorso di avvicinamento verso la Conferenza Nazionale che si terrà all’Aquila all’inizio di ottobre. La sintesi degli incontri che si sono svolti sul territorio è stata presentata questa mattina all’Auditorium Banda del Monte dei Paschi di Siena in un’iniziativa organizzata dalla Consulta Regionale del Volontariato, dalla Copas, dal Forum Regionale del Terzo Settore, dalla Regione Toscana in collaborazione con il Cesvot. Tanti gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata. La prima sessione, coordinata da Maria Pia Bertolucci, ha visto gli interventi di Luigi Martignetti, segretario della rete europea Reves, e degli accademici Andrea Salvini e Andrea Volterrani.
“La collaborazione nel mondo del volontariato -ha detto dal canto suo Andrea Volterrani- deve allargarsi per creare alleanze e non conflitti. In Toscana ci sono specificità positive, ma anche negative. Ad esempio il conflitto permanente che esiste in molte strutture é dannoso, anche perché fa impedisce spesso di vedere cosa c’é fuori dalla propria organizzazione. Ci troviamo a dover riflettere soprattutto sulle questioni organizzativo-gestionali. Molte organizzazioni di volontariato in Toscana e non solo sono imprese ed hanno un necessità, peraltro legittima di mantenersi tale. Il rischio é che il mezzo sia diventato il fine. Ma il volontariato si é dimenticato che esiste qualcosa di diverso?”.
Secondo Volterrani, “troppo spesso non si riconosce dove invece esiste il valore sociale del volontariato. Molte organizzazioni sono diventate imprese, ma altrettante mantengono un elemento importante che é il principale. Se il ruolo è solo servizio il rischio è l’eccesso di esternalizzazione e sarebbe un disastro per le organizzazioni di volontariato. L’advocacy é elemento fondamentale, ma la capacità i costruire legami sul territorio é il ruolo principale, indipendentemente dai servizi e anche dall’advocacy. Il problema é delicato perché é vero che il volontariato é «il fare», ma lavorare su altre dimensioni ha conseguenze sugli stili di vita. E significa fare un lavoro di cura delle comunità non solo servizio o prevenzione”.
Il dibattito, coordinato dal portavoce del Forum del Terzo Settore toscano Luciano Franchi, è stato aperto dall’intervento del presidente di Cesvot Patrizio Petrucci.
“La domanda -ha detto Petrucci- è la seguente: come i centri di servizio possono disincentivare la frammentazione del volontariato? Credo che questa opera proseguirà a livello dei vari settori, e il Cesvot ha favorito questa opera già in alcune aree come beni culturali, la protezione civile“.
“É un terreno nuovo -ha aggiunto Petrucci- rispetto alla storia del volontariato, si chiede ai Centri di Servizio di svolgere un ruolo di coordinamento. Uno dei temi su cui si deve lavorare é quello di individuare interessi e terreni comuni. Poi lavorare con le istituzioni, e il Cesvot ha all’attivo già esperienze positive con la Regione. Con i nuovi assetti istituzionali e l’accorpamento delle province il problema si porrà in maniera insistente”.
Il dibattito è stato concluso dall’assessore al welfare della Regione Toscana Salvatore Allocca. “In questo periodo -ha detto Allocca- ci incrociamo non solo per parlare di volontariato, e in tutti questi momenti parliamo della stessa cosa: come istituzioni o società civile riusciamo a reagire ad una condizione di crisi in cui necessario fare delle scelte impellenti? Su questo peró riflettiamo poco dando per scontato che esiste una visione unitaria. Vedo che stiamo attraversando un momento cruciale, terribile e interessante,con un’accelerazione fatta da segnali negativi,a anche in parte positivi. Da qui nasce l’idea di rimettere in campo uno sforzo comune e no dei fenomeni negativi è la privatizzazione dello Stato, cioé lo Stato si separa dalla collettività, scaricando alcuni costi sulla comunità. Per recuperare questo elemento di coesione lo Stato deve peró rappresentare la comunità”.