Anpas per L’Aquila, il video “Questa è L’Aquila” e il racconto di una volontaria
E’ stato presentato il 5 aprile presso il Comune di Roma (ore 11) e al Cinema Palazzo (ore 18) il docuweb che raccoglie le storie di chi, oggi, vive nella città che è stata distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009. Ogni storia è la testimonianza di un cittadino aquilano: è il ricordo del terremoto di una giornalista, gli aneddoti e le storie del Collettivo 3.32 e di una docente universitaria, le trasformazioni della vita quotidiana degli aquilani che hanno vissuto nelle tendopoli. Le storie di persone che ora, a tre anni dal sisma, iniziano a «vivere in cattività», come dice una delle protagoniste. Voce e volto narrante del documentario è Moni Ovadia.
Per puntare di nuovo i riflettori sulla città, ora che l’emergenza non c’è più, dal 6 aprile al via la piattaforma web www.shoot4change.net/laquila che accoglierà le testimonianze di quanti – aquilani, volontari e associazioni – hanno vissuto la tragica esperienza del terremoto o ne vivono tuttora le conseguenze.
Claudia, volontaria della pubblica assistenza prociv Niscemi, ha voluto raccontarci la sua esperienza.
(di Claudia Zafarana)
"Quel 6 aprile del 2009 guardando il tg non potevo credere ai miei occhi: tantissimi morti e altrettanti dispersi, questo il bilancio provocato da un terremoto che nella notte tra la domenica e lunedì aveva colpito l’Abruzzo.
Dentro me ho sentito subito la voglia di rendermi utile, di fare qualcosa. Dopo qualche giorno la chiamata, la partenza e l’arrivo presso il campo Anpas Acquasanta. Un’emozione immensa ha subito riempito il mio cuore e quello dei miei colleghi guardando tutti quei volontari ,a lavoro da giorni, stanchi e stremati. Appena arrivati ci hanno fatto vedere come funzionava il campo e quali dovevano essere le nostre mansioni durante quei giorni. Alcuni miei colleghi hanno dato il loro contributo all’interno della cucina da campo, altri si sono occupati di varie mansioni affidate di volta in volta durante la giornate, mentre a me hanno affidato il compito all’interno della segreteria: mi occupavo di trascrivere chi entrava all’interno il campo, chi usciva, come venivano assegnate le tende, i buoni pasto, i censimenti che man mano venivano svolti durante quei giorni.
In collaborazione con tutti i colleghi volontari abbiamo quindi cercato di rispondere al bisogno di tutti gli ospiti del campo, anche se non era una cosa facile: quella che avevamo difronte era gente annientata, messa in ginocchio, gente che non poteva più dormire nel proprio letto, indossare i propri vestiti, costretta a rinunciare a tutti quegli oggetti, quelle abitudini essenziali e fondamentali della vita di tutti i giorni. Trattando le persone con il massimo rispetto e con tutta la comprensione che si deve a chi vive delle tragedie simili mi sono accorta che noi volontari diventavamo sempre più dei punti di riferimento, ai quali la gente si aggrappava per trovare parole di conforto, per avere degli attimi di sfogo e perché no, anche passare dei momenti di allegria. Siamo riusciti a creare dei legami anche solo con un sorriso, con uno sguardo, con un abbraccio, con una parola e molto spesso anche con il silenzio. Ci siamo resi disponibili all’ascolto, ad ogni tipo di servizio. Non dimenticherò mai quei luoghi, quei volti e le parole delle persone che ho conosciuto. Sono trascorsi tre anni e guardando indietro mi rendo conto più di ogni altra cosa che sono stata arricchita grandemente da questa esperienza così forte."
Qui sotto, un video realizzato da Andrea Cardoni durante la permanenza al campo di Claudia:
Per fare come Claudia e raccontare la propria esperienza basta mandare un’email a redazione@anpas-sicilia.it oppure shoot4change.net/laquila